L’instupidimento della scrittura


Sto leggendo Mugging the Muse di Holly Lisle, consigliato da Davide qualche tempo fa. Lo si trova su Amazon.it in formato mobi per 0.82 euro, oppure per 99 centesimi di dollaro sul sito dell’autrice, in pdf + mobi + epub, con pure le schede di lavoro.

Per ora sono ancora alla prima sezione, quella su come prepararsi alla scrittura e sulle grandi questioni che uno scrittore finisce per porsi (da “La laurea è indispensabile per pubblicare?” a “Cosa contraddistingue uno scrittore destinato al fallimento”). E in un capitolo intitolato “Writing With Integrity: Why Everyone SHOULDN’T Like You” * ho trovato questo passaggio:

Having been told that I needed to dumb dow my work in one particular genre because I was writing too smart for my readers, I realized that I didn’t want to write for readers who didn’t want a complex, layered story. I’d been spoiled by my earliest fans, who were up to my challenge – and I decided these  were the fans I wanted to keep.
I want the latitude to write complex, twisting plots and layered, complicated characters, and have that matter to my readers as much as it matters to me. I want to be free to NOT explain everything, and to know that my readers will look for the subtle clues I plant and get what’s happening without having their hands held. **

Scrivo per raccontare storie a chi le vuole leggere, per divertire e intrattenere per qualche minuto o qualche ora. E voglio che le mei idee arrivino chiare e forti a destinazione. Eppure sono d’accordissimo con la signora Lisle: non voglio dovervi tenere per mano, signori e signore. Non se si tratta di fare 2+2. Sarebbe un insulto per voi, oltre che per me.

Non voglio tener per mano nemmeno voi, visitatori occasionali che arrivate qui cercando le spiegazioni di un qualche film in cui non c’è nulla da capire. Non vi voglio come lettori, nemmeno occasionali, mi spiace per voi. E seriamente mi chiedo quanti registi e sceneggiatori siano lieti di trovarsi a dover semplificare il proprio lavoro per venirvi incontro senza che ciò sia abbastanza, a meno di non farvi lo spiegone e tenervi per mano.
Ripeto, non vi voglio tenere per mano, quindi qui di spiegoni non ne troverete. E se non vi sta bene, oh, fuck it, I’m gonna have a party!

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* “Scrivere con integrità: perché non dovreste piacere a tutti”. Ovvero un capitolo su che domande porsi nel caso in cui qualcuno o qualcosa (ivi compresi noi stessi) ci spinga a cambiare il nostro modo di scrivere per cercare di avere più lettori.
** Essendomi sentita dire che dovevo rendere il mio lavoro in un certo genere più facile perché stavo scrivendo in maniera troppo intelligente per i miei lettori, mi sono resa conto che non volevo scrivere per lettori che non volessero una storia complessa, stratificata. Ero stata viziata dai miei primi fan, che erano all’altezza della sfida – e ho deciso che quelli erano i fan che volevo tenermi.
Voglio la libertà di scrivere intrecci complessi, serpeggianti, e personaggi stratificati, complicati, e che ciò sia importante per i miei lettori quanto è importante per me. Voglio essere libera di NON spiegare tutto, e di sapere che i miei lettori cercheranno i sottili indizi che semino e capiranno quel che sta accadendo senza che io li tenga per mano.

3 commenti su “L’instupidimento della scrittura

  1. Un mio amico mi domandò la stessa cosa dopo aver letto un mio raccontino: “Ma non pensi che “categoria x” (odio la pubblicità occulta u.u) non piacerà quello che scrivi?”
    E io, molto democraticamente, “Che si fottano, non posso piacere a tutti. E non mi interessa piacere ad un pubblico a cui non piaccio”.
    Tutto testuale u.u

  2. Pingback: Mugging the Muse, di Holly Lisle | Space of entropy

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