Qualcosa, magari non sapete nemmeno voi cosa, vi ha condotti a Novara e non sapete che fare?
Cinque consigli che non vi cambieranno la vita ma magari vi faranno passare un’oretta diversa dal previsto. Non si rilasciano rimborsi.
5: Importunare i passanti per vedere quanti sanno dove si trovino i musei cittadini.
Se vi va bene vi indicheranno il Broletto, e ne avrete trovato almeno uno 🙂 Se vi va benissimo, vi indicheranno anche il Museo Faraggiana e il Museo Rognoni Salvaneschi. Se vi va male fingeranno di ricevere una chiamata al cellulare.
4: Stare al centro esatto di Novara.
Ok, magari col tempo la cosa non è più poi così geograficamente esatta e il centro-centro-centro è altrove, ma voi fate finta di nulla, andate in Piazza Cesare Battisti, davanti alla libreria multi piano sul lato sud della piazza triangolare. Guardate la pavimentazione e cercate un sanpietrino diverso dagli altri, triangolare e bianco. Quello è il centro di Novara. Fico, eh?
3: Godersi le statue di Novara.
Ne potete trovare di tutti i tipi: dalla Mondina che monda una fontana in Piazza della Stazione, al Cavour dell’omonimo corso, al Vittorio Emanuele II a cavallo, all’Icaro con l’ala spennata, a opere fuori dal centro come la testa di cavallo della rotonda El Alamein o la Piramide (ossario per i caduti della Battaglia di Novara). Per una specie di “catalogo” con qualche informazione in più, guardatevi questo post.
2: Giocare a vero o falso nel museo lapidario.
Come si gioca a vero o falso in un museo lapidario? Semplice: guardate una lapide e scommettete se sia vera o falsa, quindi picchiettatela con le nocche. Alcune lapidi sono di pietra, altre sono copie (molto ben fatte) cave di vetroresina o simili. La penitenza per il perdente è opzionale.
1: Andare al Duomo e maledire silenziosamente l’Antonelli.
Novara aveva un duomo romanico dell’XI-XII secolo, centro vitale della città dal medioevo in poi insieme al Broletto. Poi arriva quella testa di cefalo dell’Antonelli, propone di buttare giù il vecchiume e fare qualcosa di nuovo, gli dicono di sì, la soprintendenza per i beni culturali ancora non c’è e quindi ecco a voi: ‘sta cagata in marmo, che più pretenziosa e fredda non poteva fare. Un cesso galattico, che si armonizza col resto come una putrella a doppia T in una collezione di vasi Ming. Grazie, Alessandro, grazie mille!