Fantasy? Non lo tocchiamo manco con una pertica!


Ti rendi conto di quanto sia malato un ambiente come quello dell’editoria quando qualcuno cerca di far passare l’affermazione “siamo una casa editrice che non chiede contributo monetario per pubblicare” come una affermazione incredibilmente meravigliosa, dimenticando che dovrebbe essere la norma, la base della civiltà, non una fottuta eccezione da osannare come una conquista rivoluzionaria.

Il tutto in mezzo a una discussione in cui la suddetta casa editrice sta venendo sputazzata d’insulti per aver detto, con una spocchia difficile da mascherare:
“Cerchiamo autori solidali e versatili, ma che scrivano solo i generi e i formati che piacciono a noi, il resto si fotta.” <– parafrasi mia.

Questa, invece, non è una parafrasi, ma un copia incolla, testuale e papale:

il fantasy ha, onestamente, rotto il cazzo.

Perché siamo sempre lì, alle prese coi pregiudizi sul genere.
Nel 2016.
Sempre bloccati, da 40, 50, 60, 70, 100 anni, a una festa che, non importa quanto ci si provi, se va bene non lasceremo prima della fine del XXII secolo.

E son sempre belle, bellissime cose…

5 commenti su “Fantasy? Non lo tocchiamo manco con una pertica!

  1. Prima il fantasy è stato sfruttato (e rovinato) dalle ce, che, senza preparazione e conoscenza, vi si sono buttate per sfruttare il momento e fare soldi. Passato il periodo, l’hanno rigettato come la peste. Una cosa che non sorprende in Italia, specie se si considera che siamo nell’Era dell’Economia dove ogni comportamento è lecito purché porti denaro.

  2. Pingback: il fantasy ha, onestamente, rotto il c*zzo | strategie evolutive

  3. Se avessero scritto “fantasy classico”, avrei applaudito. Perché si, quel tipo di fantasy ormai non ha nulla da dire e si è ridotto alla stanca ripetizione di cliché privi di fantasia. Certo, ci sono delle eccezioni, ma sono rarissime.
    Peccato, però, che quella frasi riguardi il fantasy in generale, non tenendo conto dell’enorme quantità di sottogeneri, sfumature e varianti diverissime tra loro. Diventa quindi chiaro che quel pregiudizio verso l’intero genere è frutto dell’ignoranza verso le sue caratteristiche e la sua storia. Ma può una casa editrice seria giudicare solo in base al sentito dire e ai luoghi comuni? Non è forse una norma universalmente riconosciuta quella per cui bisogna conoscere ciò di cui si scrive?

  4. Dopo che qualche sito ha fatto notare la cosa, la frase sulla pagina delle ce non c’è più (ma se si googla si può ancora leggere).
    Il fantasy, specie quello che tanto si è diffuso diversi anni fa, ai tempi del “boom”, aveva stancato da subito perché mediocre sia in fatto di temi, stile, trama e caratterizzazione dei personaggi: se si riduce tutto ad adolescenzialità, a banalizzare e rendere superficaile il genere, è logico che non si può andare avanti a lungo. Infatti, il mercato si è bruciato.

  5. Ma solo io l’ho interpretata come ‘A NOI ha rotto il cazzo’? E’ solo un’opinione espressa in modo gergale. Non ci vedo proprio niente di male. Tra parentesi sto per pubblicare un romanzo fantasy e sono cresciuta a pane e Tolkien… vabbeh…

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