Kill City Blues – Richard Kadrey


As usual, my so-called review arrives with a ton of delay, but that’s my modus operandi, so bear with me. Probably everybody who loves Mr. Kadrey’s writing already read Kill City Blues, but I’ll throw my opinion in the big cauldron that’s internet anyway.

I’m quite a fan of Kadrey and his storytelling, and I bought this fifth installment of Sandman Slim’s adventure as soon as I could.

After three books in which James Stark deals with ex-friend Mason Faim (the one who sent him to Hell) and tries to get his revenge, we’re deep in the new “arc” of stories, revolving around the menace posed by the return of the Angra Om Ya, the gods that God tricked out of the universe. As James strives to find back the only known weapon that can kill a god (what he calls “the Magic 8 Ball”), lots of people with the worst intentions cross his path.

The novel was not a disappointment, at all! The book delivers exactly what the excerpts I read promised: the usual witty, cynic inner voice of Jimmy, an action packed plot, tons of mayhem and weird creatures, the roots on which I am sure Kadrey will build a great final confrontation with the Angra (the golden-clad figure in the sea? Can’t wait to read more about her! *__*).

And on the road there’s room for: eating a donut with former Lucifer; navigating an abandoned gigantic mall that feels a lot like a dungeon crawl of the best kind; batshit crazy guys who call themselves “Shoggoths”; gunfight, gunfight and even more gunfight; automatons who don’t know they’re not made of flesh and blood; haunted staircase that summon nasty things; Sandman Slim terrorizing the whole magical community of L.A. with random violence (I love that guy!); Manimal Mike (I love that guy!) trying to fix a bipedal body for Kasabian (I love that guy!); discovering that a girl’s night out for Candy and Brigitte (I love those girls!) involves shooting things; lots of ghost; the nervous breakdown of God and what it means.

Colorful balls, seemingly from a ball pit, cast shadows in an eerie hallway.The aforementioned mall, familiarly known as “Kill City” is a character on his own, maybe the second biggest character in the book. It looms, twisted and nightmarish, and for a girl who has quite a love for abandoned places, it’s a hell of a setting!

Oh, and I shouldn’t forget Ferox! Reading about James meeting him got my stomach tightening in fear and horror and my mind full of “Oh, gosh, no, don’t do it, please!”. Thanks, Mr. Kadrey, really, I love when somebody succeed at scaring me that way!

To sum it up: I can’t wait to read the next book and see what will be built on these foundations!

 

Metrofaga


Metrofaga - Richard KadreyHo una certa voglia di parlare di Metrofaga, di Richard Kadrey. Ma c’è un grosso, enorme “ma” che mi fa tentennare.
Come posso parlare di un libro se quella che ho letto è una traduzione a dir poco oscena? Cosa posso dire su stile, ritmo e costruzione dei personaggi, se si tratta di elementi potenzialmente tutti falsati dalla suddetta traduzione? Cosa posso dire sull’atmosfera generale, se il 90% dei personaggi si vedono il nome tradotto letteralmente e perdono ogni possibile aura, così che io trovo difficile provare altro che ilarità di fronte al grande contrabbandiere “Imbroglio” o alla intrigante “Agile Virtù” o allo spacciatore “Denaro Facile”?
Il grosso problema, qui, è che, trama a parte, tutto sembra avere chiazze di “boh” e di “ma che cosa cazz!?” e di “va là che va bene così”, che non si capisce se siano colpa della sola traduzione oppure se siano ingenuità/cadute della scrittura dell’autore che, venticinque anni fa, pubblicava il suo primo romanzo.
Sì, venticinque anni. Un casino di tempo, anche contando che la traduzione arriva con “soli” 9 anni di ritardo, nel ’97. Continua a leggere

James Stark per tre


Ri-affermo la mia fangirl-aggine per James Stark, il protagonista della serie di romanzi urban fantasy di Richard Kadrey (serie di cui ho parlato qui, autore di cui ho parlato qui) con tre piccole notizie che magari in territorio italiano interessano solo me e altre due persone, ma io le do lo stesso, e via. Continua a leggere

Quattro copertine fichissime


Io a Richard Kadrey e al suo James Stark voglio bene.
L’ho già detto in tutte le salse possibili, ma lo ripeto ancora una volta, in occasione dell’annuncio (ok, l’annuncio risale a mercoledì, ma non facciamo i fiscali) del fatto che per la riedizione inglese dei suoi quattro romanzi, i suddetti quattro libri avranno delle nuove copertine, ad opera dell’agenzia Crush.
E sono quattro fottutissimi spettacoli per gli occhi.
Vedere per credere!

Sandman Slim ukkill the dead ukaloha from hell ukdevil said bang uk

Sandman Slim, by Richard Kadrey


Titolo: Sandman Slim
Autore: Richard Kadrey
Pagine: 388
Genere: urban fantasy
Editore: Harper Collins
Lingua: inglese
ISBN: 9780061976261
Prezzo: su Amazon.it 4.74 €
Incipit: “I wake up on a pile of smoldering garbage and leaves in the old Hollywood Forever cemetery behind the Paramount Studio lot on Melrose, though these last details don’t come to me until later. Right now all I know is that I’m back in the world and I’m on fire.”

Trama: Life sucks, then you die. Or, if you’re James Stark, you spend eleven years in Hell as a hitman before escaping, only to land back in the ell-on-earth that is Los Angeles.
Now Stark’s back, and ready for revenge. And absolution, and maybe even love. But Stark discovers that the road to absolution and revenge is much longer than you’d expect, and both Heaven and Hell have their own ideas for his future. Resurrection sucks. Saving the world is worse.

Qualche tempo fa ho parlato delle ragioni per le quali ho preferito la versione originale di questo romanzo alla traduzione italiana edita da Fanucci; non tornerò sulla questione, visto che qui si parlerà della versione in lingua originale.
Il mio punto di partenza, nell’approcciarmi al romanzo, è stato la consapevolezza che Sandman Slim e seguiti (vedere più sotto) sono la cosa più vicina a un sequel che il buon Butcher Bird mai avrà. Per questo mi aspettavo come minimo temi simili e speravo anche nello stesso tipo di intrusione del bizzarro nel quotidiano, forte ma senza essere “perché sì”.
Aspettativa numero uno mantenuta, numero due caduta nel vuoto. Non che il mondo in cui si muove James Stark non abbia le sue secchiate di stranezze, sia chiaro. Ma la cosa bella di Butcher Bird era vedere il protagonista lottare per non uscire di senno al primo contatto con tutte le stranezze che la mente umana evita accuratamente di registrare; qui, invece, siamo di fronte a uno che c’è sempre stato immerso e con piena coscienza, nell’universo magico che lo circonda. Uno che alle elementari ha modellato uccellini di das, li ha animati con la magia e li ha fatti volare dalla bambina che gli piaceva. Uno che da bambino quando aveva la febbre appiccava incendi involontari (*). Uno che intorno ai 19 anni è stato spedito ancora vivo e vegeto all’Inferno da un “amico” del circolo di magia. Uno che all’Inferno, anche detto “Downtown”, ha brillato nelle carriere di fenomeno da baraccone, bestiarius e assassino. Un curriculum del genere ti lascia aperto a ben poca meraviglia e molto cinismo.
E infatti James è un cinico, anche se nella migliore (o peggiore?) tradizione dei duri e puri ha un morbido cuore di amore. Lo salva dal peggiore stereotipo il fatto che l’amore (bruciante, catastrofico e ben scritto, che mi ha regalato una bella scena commovente ma sensata) sia solo per Alice, la fidanzata dei 19 anni, che è appena stata uccisa. Per tutti gli altri, se va bene, ci sono simpatia e pietà, con l’unica eccezione di Candy; se va male, ci sono solo tante mazzate.
È l’amore per Alice che muove James. Vuole vendicarla, sapendo che a ucciderla sono stati gli stessi che lo hanno mandato all’Inferno, chi attivamente e chi solo stando a guardare.
Tra il dire e il fare ci sono una galleria di personaggi notevoli (Candy su tutti, seguono Vidoq e Allegra), una manciata di location notevoli, una videoteca che poi è la videoteca da sogno di Kadrey stesso (vedere questo video), una miriade di citazioni (al solito cultura popolare americana a pacchi, film in primis), un enorme numero di auto rubate, una moneta che dice sempre la verità ma con carattere e stronzaggine, un coltello dalla lama nera che fa cose grandiose, la Stanza delle tredici porte, dei nemici dalla stronzaggine notevole e dai piani folli ma sensati (**), battute a non finire, Inferno e Paradiso come due covi di serpi bastarde, Dio che ci ha creato per caso, il brutto carattere di Stark, una testa parlante, naziskin indemoniati e un bar che si chiama Bamboo House of Dolls.
La trama ben congeniata e l’ottimo ritmo, tuttavia, a volte sono appesantiti dai mini-infodump di Stark, voce narrante, che talvolta impiega davvero troppe parole per spiegarci cose (per carità, utili e importanti per la trama) come concetti magici o usanze dei diavoli. La verbosità contagia anche alcuni personaggi: tra tutti spicca Munin alle prese con la Veritas col suo discorsetto forzatissimo. Per fortuna la logorrea non colpisce in mezzo ai (molti) pestaggi che costellano il libro.

Sconsigliato a: chi odia la violenza, reale o fittizia; fanatici religiosi; chi pensa che urban fantasy = storia d’amore smielata.
Consigliato: a chiunque possa andare in brodo di giuggiole leggendo una motivazione come questa (di Mr Kadrey stesso, qui):

“It’s a book about a magician with a bad attitude who gets sent to Hell for no good damned reason and comes out of the place a killer. It’s a book about punching people, stealing cars, drinking, punching more people and making bad people pay for hurting your girl. Oh, and it’s also about God, Lucifer and The End Of All Things.”

E se lo dice lui… Io concordo!

Piccole note:
Titolo: anche qui c’è il trucco, come con Butcher Bird. Sandman Slim è un soprannome che i diavoli hanno dato a James. Nei film degli anni ‘30 e ’40 americani “sandman” vuol dire assassino. Slim vuol dire magro. James è magro come un chiodo e un assassino. Presto fatto.
Seguiti: per ora sono usciti “Kill the Dead” e “Alhoa from Hell”. Alhoa è in lista per il prossimo acquisto. Kill the Dead, letto e divorato, è molto divertente: il coefficiente di stranezza aumenta, appare una pornostar ammazza zombie di nome Brigitte Bardo (gioco di parole doppio, qui!), Los Angeles rischia di essere sommersa da milionate di zombie e il coefficiente di tamarraggine aumenta in modo esponenziale. Perché, se non ve ne foste accorti, James Stark è un gran tamarro.
Ringraziamenti: Amo Kadrey anche per aver ringraziato vari registi, tra cui Sergio Leone, “for killing pretty”.

Per me James Stark è lui magro e pieno di cicatrici

(*): Ogni giocatore di D&D vede i sintomi e sa la diagnosi precoce: stregone.
(**): basta avere un obbiettivo da pazzi egomaniaci e perseguirlo con metodo.