Machinae Supremacy, Ensiferum e Children of Bodom, via iPad


È ora di scrivere qualcosa sul concerto da cui vengono le foto di Altro che il test di Rorschach.
13 aprile all’Alcatraz di Milano: tre gruppi, ma il piatto forte sono i finlandesi Children of Bodom.
Inizio concerto: ore 19.15.
Apertura cancelli: ore 18.15.
Partenza mia e del MPPDM: mooolto presto per evitare il traffico dell’ora di punta sulla tangenziale. Missione fallita.
In compenso, quando alle 17 circa arriviamo davanti all’Alcatraz in auto, in cerca di un parcheggio, c’è già la coda di metallari. Lunga fino alla fine dell’isolato.
Noi ce la prendiamo comoda prima di unirci alla coda.
L’attesa è rasserenata dalle chiacchiere multi accentate degli altri metallari, dal “detentore della bestia”*, dai venditori di “maliette!”, dalla coppietta che fumava il sigaro, dal piccolo emo brufoloso con le braccia tagliuzzate.
Finalmente alle 18.20-18.25 aprono le porte.
Quano entriamo, la brutta sorpresa: gli svedesi Machinae Supremacy stanno già suonando. Sacrificati, gli svedesi. La ragione ancora mi fugge.
I Machinae Supremacy fanno musica strana, metal contaminato da chiptune. Ergo molte sonorità elettroniche, ma nessun omino sul palco a “suonare” l’ammenicolo elettronico (detto SidStation) che le crea, queste sonorità.
In compenso il cantante, cicciotto, coi guanti senza dita e un taglio di capelli orrendo, che cercava essere in parte (ma a me sembrava più un wannabe che altro, col suo continuo doppio horns up); la breve failure della chitarra solista e il cambio di chitarra in corsa (e conseguente assolo mutilo…); le giga-braccione dell’uomo in canotiera; il cantante che durante gli assoli, non sapendo come altro occupare il suo tempo sul palco, se ne andava via.
Dopo i Machinae Supremacy, mezza platea in fibrillazione che scandiva il nome del gruppo successivo, ovvero gli Ensiferum. Abbiamo avuto il dubbio che qualcuno sia venuto solo ed esclusivamente per vedere loro, visto l’entusiasmo e il quantitativo di gente che cantava le canzoni.
Finlandesi e di notevole attitude, gli Ensiferum fanno folk-viking metal (whatever it is O_o), suonano a petto nudo in pseudo-kilt (tranne la tastierista, che suona in canotiera e pantaloni; temo che l’audience maschile preferirebbe vederla un po’ più a tema col resto della band) e sono molto piacevoli.

Quattro membri degli Ensiferum, in modalità fiamma vichinga, nuovo mode della mia macchina fotografica.
A chi individua l’esatta posizione dei quattro, una statua di Re Biscottino.

Veloci, potenti, pieni di energia, gli Ensiferum saltellano e corrono per il palco, arringano discretamente la folla, non se la prendono neanche di fronte all’inettitudine degli spettatori che non capiscono che se la richiesta è di cantare “tatta-ta-ta tatta-ta-ta” e basta, devi cantare “tatta-ta-ta tatta-ta-ta” e basta!
Mi sono fin rimaste in testa delle canzoni, il che è un gran bel segnale. In particolare si consigliano “Lai Lai Hei” (con la sua strofa in finlandese) e “Twilight Tavern”.

Finalmente, dopo un sound check abbastanza esilarante (in finlandese, credo), arriva il piatto forte. Un’oretta e un po’ di Children of Bodom.
Ok, speravo in uno show più lungo, ma l’importante è che li ho visti suonare live. Ora si possono anche bere il fegato. Perchè è questo che i ragazzi fanno nel tempo libero. Ed è questo che Janne Wirman, il tastierista dalle dita velocissime, fa durante il concerto.
Lui beve, beve, beve, suona qualche nota, beve, scherza con gli altri, beve.
Siamo arrivati alla conclusione che la strana disposizione del palco, con due tastiere ai lati della batteria rialzata, fosse dettata dal tentativo di complicare la vita a Janne e costringerlo a spostarsi da una tastiera all’altra. Ma forse, al contrario, è una sua strategia per bere di più, visto che vicino ad ogni tastiera c’era una bella postazione alcoolica. E dire che Janne agli inizi era un ragazzino gracilino con l’aria da sfigato e i capelli a ciotola… =_=’

Janne che chiacchiera (o si accorda musicalmente) con il bassista Henkka, tra una bevuta e l’altra

Bevute di Janne a parte, il concerto dei CoB è stato molto bello anche se funestato dal lama (un tizio dietro di me che cantava a squarciagola e sputava nel mentre…). Canzoni dall’ultim album e vecchie canzoni, il piacere fisico di sentirli suonare Living Dead Beat e di vedere Alexi che suona alla sua velocità disumana. Bellissima performance anche se senza sfide musicali tra Alexi e Janne.
Performance accompagnata dalla dubbia gioia di respirare l’odore di sporco stantio mischiato a deodorante fresco che uno degli spettatori davanti a me esalava. E dalla pietà per il fidanzato della nanerottola che avevo davanti (nanerottola che era in visibilio come solo nei filmati dei primo concerti dei Beatles avevo visto).

Punti negativi:
Prima di tutto il modo in cui i Machinae Supremacy sono stati sacrificati. Neanche un terzo di sala occupata e loro già stavano suonando. Irrispettoso verso di loro, per quanto fossero il gruppo minore della serata.
Poi l’illuminazone del palco. Le due estremità erano praticamente al buio, quando un gruppo con un minimo di esperienza live tende ad occupare tutto il palco. E infatti in molti momenti c’erano uno o più musicisti (di tutte e tre le band) semi invisibili. Ottimo lavoro…
Col fatto che il concerto è iniziato praticamente un’ora prima, è anche finito molto prima. Che sia per questo che hanno anticipato l’inizio? Che il comune o un comitato di quartiere abbiano costretto il locale, nei giorni infrasettimanalii, a chiudere presto per evitare il caos stradale e gli schiamazzi della folla che esce dal locale? Speriamo non succeda lo stesso a settembre, quando gli In Flames verranno in Italia col nuovo tour.

Altro elemento negativo: le foto. Una merda. Colpa delle luci, stiamo sperando io e il MPPDM. Nondimeno, foto così orrende non le avevo ancora mai fatte!
Per vederne qualcuna in più, vi toccherà aspettare. Ma non credo ci sia molta gente in fibrillazione… =_=’

* il “detentore della bestia” è un simpatico ragazzone che era in coda appena davanti a noi, che ha divorato un panino con la mortazza e bevuto una lattina di te freddo prima di mettersi a ruttare come un gorilla assatanato, sostenendo (cito testuali parole) “e non ho ancora liberato la bestia”. Il mondo trema al pensiero della bestia libera o del detentore che beve un litro di bibita gassata!

Nani, paranoia e trame vacillanti


Considerazione cattiva sulla seconda sessione di D&D 4th Edition con G. come master: se la trama di un romanzo fa acqua, non c’è come usarla per un’avventura di un gioco di ruolo per averne la conferma.
Perché dico questo? Perché G. ha deciso di adattare la trama di Le cinque stirpi* per farne un’avventura. Ha cambiato alcune cose (Tungdil, l’erudito e inutile protagonista del romanzo, è morto, vivaddio!, e sarà Sacco** a dover fare quel che faceva lui nella storia). Altre le ha mantenute (i nomi tutti uguali, per dirne una, quantomeno ha detto che ci fornirà lo specchietto riassuntivo per capirci qualcosa). Altre ancora le ha adattate al regolamento e all’ambientazione, quindi al posto degli albi veri e propri avremo dei fichissimi elfi già ribattezzati “elfi divini” e ampiamente perculeggiati senza che abbiano neanche fatto la loro comparsa in foto.
Rimane il fatto che: la viscidezza di uno dei cattivi è già chiara, che un 2+2 piuttosto facile non è certo sfuggito a Sacco e Grunthar***, che la trappola in cui Tungdil cadeva come un fesso a noi è immediatamente sembrata una trappola e ci siamo andati contenti di menare un po’ le mani.
Certo, a due nani che vivono per ammazzare, far rissa e ubriacarsi non può sfuggire un indizio di viscidume o una possibile trappola. Quanto a me e il MPPDM, siamo anche noi giocatori di ruolo scafati.
Cacchio, siamo quattro roleplayer, la paranoia del giocatore ci scorre nelle vene!

* il romanzo con la più brutta mappa dell’universo e il più inverosimile assedio dell’oplologia! Una pena! Sigh! E io devo anche far finta di non sapere cosa sta succedendo… =_=
** Cordell “Sacco” Walker, nano guerriero del clan Walker. Tipino interessante, soprattutto quando deve fingersi il nano Tungdil, che non sa combattere perché cresciuto da un mago umano.
*** Grunthar Walker, nano chierico, capo del clan Walker e padre di Cordell. Altro tipino interessante. Se non attacca briga Sacco, lo fa Grunthar. Se non è Grunthar a minacciare qualcuno, lo fa Sacco. Ah, l’ho detto che, l’ultima volta che abbiamo guardato, il loro allineamento era Legale Buono? O_o

Mica ho smesso di giocare di ruolo!


Nuovo party, nuovi giocatori. Beh, è da qualche mese che giochiamo assieme, ma è come se fossimo ancora in rodaggio.
Nuovo party e nuovo sistema, almeno per alcuni: Pathfinder.
Partiti di 1° livello, ora siamo al 3°. Sta andando abbastanza bene, direi.
C‘è l’halfling ladro-stregone, futuro arcane trickster, che ha cambiato una mezza dozzina di nomi, fuma erba, ha una nonna inferma e inventata, e giusto due settimane fa ha fatto uno “charme person” che ha intristito il master. Contando che il giocatore tende a cambiare PG a nastro (per insoddisfazione o voglia di testare qualche novità), è un miracolo che abbia solo cambiato nomi a raffica. Ora si chiama Hanson, giovedì prossimo chissà!
C’è il mago Infernus Firestaff che, incredibile a dirsi, ama il fuoco. E soffre della sindrome del mago di Pathfinder: perché lanciare incantesimi quando puoi lanciare il bastone? Ce l’aveva il mago di Ennio-sama, ce l’ha Infernus.
C’è il mezz’orco barbaro. Prima c’è stato Hirad Coldfoot, barbaro 1° – oracolo 1°, futuro Rage prophet. Poi Hirad è morto e visto che avevamo appena catturato un mezz’orco di nome Gurth il nuovo personaggio è Gurth. A sto giro solo barbaro, che G. deve pestare e basta.
C’è la mia chierica, Ekaterine Ktanu. È un chierico atipico. Divinità: Nethys, che è un dio schizofrenico che vuole distruggere il mondo ma anche proteggerlo. E così Ekaternie protegge e distrugge. E invece di incanalare energia positiva, incanala energia negativa. Che per uno che non conosce Pathfinder, non vuol dire gran ché… Diciamo che un chierico buono usa questo incanalare per curare i vivi o danneggiare i non-morti. Un chierico malvagio (energia negativa) usa la stessa capacità per curare non-morti e danneggiare i vivi. Io ho scelto la via del malvagio: dolore ai vivi. Per ora rende.
E poi c’è il MPPDM che fa il master e ha voglia di giocare anche lui, quindi tra un po’ passeremo alla 4th Edition, con G. come master. Se come giocatore deve pestare, uno non può certo aspettarsi che miri ad altro nel masterizzare, no? E quindi forse farò un barbaro.

Survival Blog – Post Mortem (ovvero bilancio del Survival Blog)


La mia alter ego è morta, tempo di bilanci. Lo hanno già fatto altri survival blogger, e altri lo faranno, quindi ecco il mio piccolo contributo in punti.
1) PARTECIPAZIONE: visto il breve post a tema di Zwei, mi sono incuriosita, sono andata a vedere da dove venisse l’idea e me ne sono innamorata. Motivo? L’angoscia che il post di ambientazione ha saputo comunicarmi, la sensazione che qualcosa del genere potrebbe accadere e con modalità non poi così diverse. Quindi, visto che amo le seghe mentali a tema “E se…?”, non ci ho dormito la notte. Ore a immaginare me stessa, il luogo migliore per sopravvivere tra quelli a me noti, cosa portarmi e quant’altro.
Il che mi porta al punto successivo:
2) VEROSIMIGLIANZA: il tempo per documentarsi era poco e, ammettiamolo, non so neanche se e quanto avrei saputo gestire conoscenze non mie raccattate in fretta e furia. Così ho scelto l’aderenza al reale, per quanto possibile. Quella che ho raccontato potrei essere io, con qualche aggiustamento tecnico dovuto alla situazione contingente (tipo una spanna di pelo sullo stomaco in più…). Dove io e lei differiamo di più è nell’uso delle armi, ma ho cercato di dare una spiegazione plausibile alla cosa.
Il discorso generale implica che, sì, avete capito bene, anche io guido da schifo. Sarà per questo che non guido.
3) LUOGHI: all’85% reali, con piccole modifiche di fantasia. La casa col bunker nel giardino esiste (ma il bunker al massimo è 2x2x2m), così come la Caserma Babini (carristi), a un tiro di schioppo dall’Aeroporto Militare di Cameri, così come le centrali idroelettriche dell’Est Sesia coi loro sgrigliatori e il blocco causa materiale estraneo, perché panta rei ma non con una griglia. La seconda tana è la cosa più irreale, anche se si trova in un luogo vero, il cimitero di Fara Novarese. La vista è veramente uno spettacolo, si capisce perché ai Longobardi il posto era piaciuto. E ci sono effettivamente quel Pantocrator con i Quattro Viventi, quel cavaliere a caccia col falcone, un cesso pubblico (in condizioni migliori, per fortuna!), la scalinata ripida, il cortile in cui lei ha scavato le tombe. La tana, invece, non c’è, ma basterebbe un po’ di follia e creatività… La geografia interna di Fara è un po’ più complessa di come l’ho raccontata; quanto a Novara, non è ancora come l’ho descritta e il Viale Curtatone, per ora, al massimo è presidiato dalle donnine, non da contractors e carri armati.
4) PERSONE: quasi tutte inventate, le eccezioni sono i membri della famiglia che ho nominato. Non ho trascinato gli amici in questo scenario, né il MPPDM (che ne sarà lieto, vedi punto 14). Il perché: non volevo che io e lei coincidessimo troppo, volevo darle la possibilità di avere le proprie idiosincrasie e il proprio carattere. Tentativo semi-abbandonato in corsa.
5) ORGANIZZAZIONE: caotica.
L’idea di Alex era di un post a settimana nel week-end.
Io ho scelto “un post ogni volta che ha senso nella storia”. Verosimiglianza, ancora una volta. E il gioco di incastrare vita del 2015-2016 e vita reale (una decina di giorni in montagna, dove c’è solo uno sputo di GSM sul balcone innevato). E la logorrea: già così ho fatto alcuni post chilometrici, figurarsi a condensare tutto in un post la settimana.
Non proprio lo stesso approccio di organizzatissimi come Davide Mana (a cui invidio molto la capacità di autodisciplinarsi e tirar fuori un personaggio come la Faina).
6) QUANDO SCRIVERE: quando c’era la voglia o la necessità, un misto di scrittura a comando e di getto. Fogli volanti, fogli di quadernone, Word, biro rossa e blu, prima di andare a dormire, aspettando che il pranzo fosse pronto, ignorando lo studio.
7) COME SCRIVERE (ovvero STILE): per i primi post ho cercato di costringermi a una scrittura asciutta e “minimale”, funzionale e coerente con l’ambientazione. Poi le cose da dire sono aumentate, la calma apparente e i momenti morti nella sua vita pure, quindi ho allentato il controllo. E con End of the Road sono arrivata a 3295 parole (già sfrondate col machete).
8) TRAMA: è nata da sola. Dall’ambientazione generale è uscita la prima tana, che ha generato il gruppo di sopravvissuti e gli eventi della centrale, che hanno generato la voglia di partenza per la seconda tana, che a sua volta era una delle ipotesi vagliate per la prima tana.
Quanto al finale, non potevo immaginarmi un lieto fine. E l’unico modo per scrivere il proprio unhappy ending era il contagio. Gloutchov invece l’ha filmato, l’unhappy ending: l’unico altro modo che immagino si possa trovare per raccontare da soli la propria fine.
9) TITOLI: ecco, questo è forse l’unico elemento stabile dall’inizio alla fine. Ogni post una canzone metal (spesso death o black, ma con aperture varie) il cui titolo potesse avere attinenza con il contenuto del post. Quasi sempre prima è nato il post, poi la ricerca del titolo. In un paio di casi è stato il contrario, sapevo di avere un titolo perfetto e cercavo cosa dire. Altre canzoni sono entrate a far parte delle varie colonne sonore, perché ci stavano bene, perché storia inventata e passione musicale facevano click troppo bene.
Avevo un elenco. Sono rimasti fuori 62 titoli, uno più survivalista dell’altro. Forse ci farò un post.
10) MULTIMEDIA: poco, più che altro video musicali di youtube. Nessuna ragione particolare per la ridotta multimedialità. Solo un “perché sì”. Mica tutti trovano immagini straficherrime come quelle del Signor Hell, o “minimali” ma azzeccate come quelle della Faina, o quelle della Milano apocalittica di Cristina Riccione!
11) RIFLESSIONI: l’ho postata a suo tempo su faccia libro, la ri-esterno qui: ma com’è che tutte le voci femminili attive del Survival Blog hanno preso la strada dell’infezione, tra l’altro ognuna a modo proprio, manco ci si fosse accordate prima? Io, Aurora e Silvia abbiamo raccontato (stanno raccontando) l’infezione dall’interno; Yami racconta l’infezione del proprio compagno. Perché? Boh, ipotesi molte, zero certezze.
12) PICCOLA CLASSIFICA PERSONALE: ognuno ha le sue preferenze. In cima alla mia Top 4 c’è Hell (complesso e avvincente per i tre piani temporali; romantico, folle e introspettivo al punto giusto; miriadi di dettagli a formare un credibile scenario inglese). Seguono Faina Solitaria (cinematografico, avvincente, d’azione senza essere sopra le righe, finale musicale poetico che mi ha commossa non so bene perché) e The Swordman (il più militare e “politico” dei SB, ma nel migliore dei sensi possibili; quello che non ha mai chinato la testa e ha sempre tenuta viva la speranza: l’happy ending che non ho saputo concedermi, credo). Al quarto posto il creatore di tutto sto bailamme ovvero Alex (bel blog, ottimo il lavoro parallelo di Cristina e quello di raccolta-coordinamento risorse su Facebook; immane la fatica che lo attende adesso). Gli altri SB li ho seguiti in maniera altalenante (alcuni letti tutti, altri persi per strada senza un perché). E questo mi porta al prossimo punto:
13) IL FUTURO: il gioco si è allargato al punto che bisogna farne qualcosa di più. Un e-book, si è detto. Di più: perché non fare anche una versione cartacea, magari più selezionata e ridotta? E quindi eccoci con Cyberluke che crea meravigliose proposte di copertina per la versione cartacea del SB, e tutti che già se lo stanno immaginando, il libro, e che non vedono l’ora.
Io? Io non sto nella pelle e sorrido come una bambina alla sola idea!
14) RINGRAZIAMENTI: a chi ha avuto l’idea, a chi l’ha diffusa, a chi ha contribuito, a chi ha avuto grandi idee, a chi ha letto e commentato e ai lurker, a chi mi ha ispirato e a chi ha tratto ispirazione. E al MPPDM, che non solo ha composto il testo di Yellow Santa e la sta musicando, ma si è letto il SB nonostante la cosa lo angosciasse molto. Che può volere di più dalla vita una survival blogger?

[Colonna sonora: Post Mortem by Slayer
Lily by Kate Bush (tutta colpa di giuda che l’ha citata, e ora l’ho già sentita una sessantina di volte!)
Tonight We Fly by The Divine Comedy (tutta colpa della Faina)]