Quante aspettative avevo su Assassin’s Creed 3? Molte.
Come è andata? Eh, è andata.
Siamo a livelli tali che ho finito il gioco a scarpate in culo poco prima di Natale, dopo aver temporeggiato e cazzeggiato in abbondanza, e che ben difficilmente tornerò a giocarlo per aumentare la sincronia o finire quel che manca. Segno che qualcosa, nella mia relazione con il franchise, s’è incrinato, per non dire frantumato.
Ci ho pensato su molto e credo che non sia solo questione di ripetitività del gameplay.
Ammettiamolo: il gameplay dei vari AC è sempre stato ripetitivo, e forse c’è anche qualcosa di rassicurante, in una certa ripetitività, perché entro certi limiti sai sempre cosa aspettarti.
No, quello che non va del gioco è tutto il resto. Connor – Renato (grazie a Doc Manhattan per il soprannome) non va, per non parlare dei bug, delle missioni frustanti e/o idiote, dei png insulsi o simpatici come una scheggia di legno sotto l’unghia.
Il problema è l’insieme che urla “tre anni di lavorazione e non sentirli”. Continua a leggere